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LIVIA E LE ALTRE RACCONTANO: MUSEO ARCHEOLOGICO DI PRIVERNO

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© Photo by Massimo Gaudio Livia La mostra diffusa che si intitola LIVIA e le altre raccontano si sviluppa in contemporanea all'interno di cinque musei che si trovano nel territorio a sud della regione Lazio: Priverno, Fondi, Sperlonga, Formia e Minturno, collegati tra loro sia dal tema comune, sia dalla via Appia che simbolicamente unisce le città da più di duemila anni. Il tema unico della mostra è l'immagine della Donna. Realmente vissute e figure mitologiche, mogli e madri che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita della famiglia, sociale e a volte anche al comando dell'impero in assenza del consorte. In ogni museo c'è una statua di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto, affiancata dalla madrina del museo ospitante, rappresentata da un vestito di colore diverso rispetto agli altri vestiti che sono sulla tonalità del bianco per creare una interazione con le statue presenti. Le creazioni sartoriali sono state realizzate dalla stilista e creativa Lis

ARTEMISIA GENTILESCHI, GIUDITTA DECAPITA OLOFERNE (1612)

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© Photo by Massimo Gaudio Artemisia Gentileschi, Giuditta decapita Oloferne (1612), Olio su tela, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte Artemisia Gentileschi con la sua bravura è riuscita ad emergere in quello che una volta era considerato come un mondo artistico dominato dalla pittura maschile.  Artemisia subì uno stupro all'età di ventuno anni da parte del pittore paesaggista Agostino Tassi, collaboratore del padre di lei Orazio. Quanto vissuto dall'artista, nella rappresentazione pittorica fa sì che si sia immedesimata nella figura di Giuditta mentre conficca la spada nel collo di Oloferne aiutata dalla fantesca Abra. La tela fu realizzata l'anno successivo la violenza seguendo lo stile caravaggesco, diventando così uno dei capolavori di Artemisia più apprezzati. Fu uno degli migliori artisti capace di comprendere al meglio lo stile di Caravaggio e di metterlo in pratica, infatti, come per la versione del Merisi, anche Artemisia restituisce una scena cruenta dove il

TINTORETTO (JACOPO ROBUSTI), GIUDITTA E OLOFERNE (1577-1578)

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© Photo by Massimo Gaudio Jacopo Robusti detto TINTORETTO e bottega, Giuditta e Oloferne (1577-1578) olio su tela - Museo Nazionale del Prado, Madrid Il dipinto realizzato da Tintoretto e dalla sua bottega è conservato presso il Museo Nazionale del Prado a Madrid. Le sue notevoli dimensioni (188 x 251 cm) hanno dato la possibilità all'artista di inserire all'interno della scena molti elementi che permettono di coinvolgere l'osservatore, iniziando dai corpi di Giuditta e la sua ancella che rendono movimentata la scena. La prima vestita in modo elegante intenta a coprire con una coperta il corpo di Oloferne ormai senza vita, mentre la seconda è stata ritratta mentre termina di mettere la testa del condottiero Assiro all'interno della sua bisaccia. I tre personaggi sarebbero già sufficienti, ma a completamento della tragica scena, Tintoretto ha voluto inserire particolari che la rendono ancor più ricca, in particolare ha voluto evidenziare l'azione della storia biblica

ABBAZIA DI FOSSANOVA

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© Photo by Massimo Gaudio Abbazia di Fossanova Il Borgo di Fossanova si trova nel territorio di Priverno nella provincia di Latina. Prende il suo nome molto probabilmente da un fossato costruito dai monaci cistercensi per bonificare la zona paludosa, facendolo poi sfociare nel vicino fiume Amaseno. Senza dubbio il fulcro del borgo è l'Abbazia di Fossanova, costruita in arte gotico-cistercense a partire dal 1187 sui ruderi di una villa romana del VIII-IX secolo, fu poi consacrata il 19 giugno del 1208 da papa Innocenzo III. Durante il periodo napoleonico, l'Abbazia fu dismessa facendola diventare addirittura una stalla e alla fine venduta a privati, però nel 1826 papa Leone XII la riscattò e la riportò di nuovo attiva affidandola ai frati minori che la custodiscono ancora oggi. L'Abbazia è formata da vari edifici e parti di essi, i più importanti sono la Chiesa di Santa Maria, il Refettorio, la Sala Capitolare, il Chiostro, il Museo Medievale e l'Infermeria dei monaci. I