CARAVAGGIO 2025: IL DRAMMA SACRO TRA ROMA E NAPOLI
© Photo by Massimo Gaudio
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Sala il Dramma Sacro tra Roma e Napoli |
Quasi tutti i dipinti della sala sono a tema religioso, argomento al quale Caravaggio dedicò la maggior parte delle sua produzione dal 1599 in poi, ovvero dopo aver realizzato il ciclo di tre opere dedicate a san Matteo presenti nella cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, avviando così lo stile "tragico".
La fine della primavera del 1606, segnò profondamente Caravaggio che fuggì da Roma perché sulla sua testa pendeva una condanna alla pena capitale per aver ucciso Ranuccio Tomassoni durante una partita di pallacorda. Si rifugiò nella tenuta dei Colonna a Paliano che si trova a sud di Roma. Lì pare abbia realizzato tre delle opere presenti nella sala: La Cena in Emmaus, San Francesco in meditazione e forse David e Golia. Da Paliano si diresse a Napoli dove realizzò la Flagellazione di Cristo e l'Ecce Homo recentemente rinvenuto in Spagna.
Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, San Giovanni Battista (1603-1606) Olio su tela, 97 x 132 cm, Gallerie Nazionali di Arte Antica, Galleria Corsini, Roma |
Caravaggio ha dipinto un giovane San Giovanni Battista senza barba, seminudo con soltanto un mantello rosso a coprirlo, con la croce di canne appena visibile e seminascosto dal bordo del quadro su cui poggia la sua mano destra e viene raffigurato nel momento di riposo durante la vita di penitenza di Giovanni nel deserto. L'artista ha inserito i tradizionali attribuiti del santo come la ciotola con cui Giovanni versò l’acqua nel battesimo di Gesù. Dalle indagini diagnostiche si è visto che nella parte alta a sinistra, Caravaggio aveva dipinto un agnello poi cancellato e la croce di canne era nella mano destra.
Anche se per molto tempo si è dubitato sull'autografia di questo dipinto, compare menzionato per la prima volta nei beni dei Corsini nel 1784.
Il dipinto era stato commissionato nel 1604 dal banchiere ligure Ottavio Costa per la chiesetta del suo feudo di Conscente che si trova vicino Albenga sulla Riviera ligure. Costa se ne innamorò tanto da non separarsene per tutta la vita e al suo posto ne inviò una copia.
San Giovanni Battista in profonda meditazione è seduto su una roccia appoggiato su una croce di canna ed è avvolto da un mantello rosso in sostituzione del mantello di pelli animali. Caravaggio non ha inserito nulla dei simboli che possano permettere la sua identificazione come figura religiosa: non c'è l'aureola e non c'è neanche l'agnello utilizzato in altre versioni.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Flagellazione di Cristo (1607) Olio su tela, 286 x 213 cm, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli Proprietà del Fondo Edifici di Culto, Ministero dell'Interno |
La tela fu commissionata nel 1607 dal nobile di origine genovese Tommaso de' Franchis per la cappella di famiglia che si trovava nel chiostro della chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, donatagli da Ferdinando Gonzaga. Nel 1632 la famiglia de' Franchis acquistò la prima cappella posta sul lato sinistro della chiesa dove, al termine dei lavori nel 1652, venne collocato il dipinto.
L'abilità di Caravaggio è quella di trasmettere emozioni e la Flagellazione di Cristo rimane una delle opere più importanti del periodo in cui l'artista ha soggiornato a Napoli. Anche se la posizione dei personaggi potrebbe sembrare statica, in realtà la scena è in continuo movimento, infatti, il torturatore di destra spingendo il suo piede sinistro sul polpaccio destro di Cristo, provoca in lui una torsione forzata del busto costringendo il torturatore di sinistra a uno sforzo per tenerlo in piedi per poi legarlo alla colonna. Nei carnefici comunque c'è la consapevolezza di quanta brutalità e cruderltà è in atto in quel momento.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, David con la testa di Golia (1606-1609) Olio su tela, 125 x 101 cm, Galleria Borghese, Roma |
Il dipinto fu eseguito probabilmente a Paliano nel feudo Colonna nel 1606 dopo la fuga da Roma perché sulla sua testa pendeva una condanna alla pena capitale per aver ucciso Ranuccio Tomassoni. Secondo altri studiosi invece la tela fu eseguita durante il suo soggiorno a Napoli.
La scena è diretta, chiara; David dopo la vittoria sul gigante filisteo Golia, mostra in un atteggiamento non fiero la testa di quest'ultimo. L’iscrizione che compare sulla piega della spada “H.AS O S” è stata sciolta dalla critica con il motto agostiniano "Humilitas occidit superbiam" (L'Umiltà Uccide la Superbia).
C'è un aspetto parallelo che cammina di fianco ai due soggetti, ovvero la rappresentazione dello stesso Caravaggio che si personifica con la testa del gigante con la bocca spalancata, fronte corrugata e sguardo sofferente, mettendo così in risalto lo stato della propria persona che come segno di perdono si mostra pentito, chiedendo così la grazia al pontefice Paolo V. Infatti, secondo una plausibile ipotesi, il Maestro lombardo avrebbe inviato la tela al cardinale Scipione Borghese quale dono da recapitare al pontefice. La grazia fu accordata ma Caravaggio, purtroppo, morì sulla spiaggia di Porto Ercole per circostanze ancora misteriose durante il viaggio di ritorno verso Roma.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Cena in Emmaus (1606) Olio su tela, 141 x 175 cm, Pinacoteca di Brera, Milano |
Il dipinto fu realizzato da Caravaggio nel 1606 in uno dei feudi dei Colonna dove si era rifugiato dopo la fuga da Roma perché sulla sua testa pendeva una condanna alla pena capitale per aver ucciso Ranuccio Tomassoni. L'opera fu messa sul mercato artistico romano dal banchiere Ottavio Costa e acquistata dal marchese Costanzo Patrizi nel 1624 e vi rimase fino agli inizi del XIX secolo.
Caravaggio aveva già realizzato in precedenza un altro quadro con lo stesso soggetto per il nobile romano Ciriaco Mattei che oggi è conservato alla National Gallery di Londra.
La scena rappresenta il celebre episodio tratto dal Vangelo di Luca, riferito alla cena che si è svolta in Emmaus dove Cristo risorto si sarebbe rivelato a due discepoli, infatti, i due lo riconoscono soltanto dopo averlo visto benedire il pane. Sulla tavola compaiono solo pochi elementi che la rendono povera: il pane, la brocca del vino, un bicchiere e due piatti.
La tela quando è stata rinvenuta nel 1968 si trovava a Carpineto Romano nella chiesa di San Pietro. Durante il restauro del 2000, le indagini hanno confermato come originale quest'opera e secondo alcuni studiosi, la data di esecuzione si collocherebbe intorno al 1606, durante il soggiorno nei feudi Colonna, vicini a quelli Aldobrandini, committenti dell'opera.
In uno scenario cupo, emerge la figura di san Francesco che, stretto in una profonda meditazione, stringe tra le mani un teschio. Il santo raffigurato con l'aureola, è ginocchiato e indossa un saio grezzo lacero sulla spalla e di fronte a lui c'è una croce in legno.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Cattura di Cristo (1602) Olio su tela, 133,5 x 169,5 cm, Credito fotografico: National Gallery of Ireland, Dublino, Irlanda © Fine ArtImages/Bridgeman Images |
Il nobile romano Ciriaco Mattei, nel 1603 diede l'incarico a Caravaggio di realizzare il dipinto seguendo le indicazioni del fratello, il cardinale Girolamo Mattei che avrebbe dato indicazioni sia sul soggetto e sia sull'iconografia e ambientazione.
Il dipinto mostra la fase concitata dove Gesù viene arrestato dai soldati nell'Orto degli ulivi dopo essersi raccolto in preghiera per l'ultima volta insieme ai suoi apostoli. Nella scena si vede Gesù con le mani intrecciate perché ancora in estasi. Giuda Iscariota con l'intento di indicare ai soldati la persona da arrestare, fa il gesto di baciarlo mentre alle spalle di Cristo si vede san Giovanni che fugge verso sinistra mentre grida verso gli altri apostoli che nel frattempo dormivano. Caravaggio non è nuovo nel volersi inserire all'interno dei dipinti e anche qui sembra che ci sia il suo ritratto come l'uomo a destra dietro i soldati che regge la lanterna.
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Michelangelo Merisi detto CARAVAGGIO, Ecce Homo (1606-1609) Olio su tela, 111 x 86 cm, Collezione privata, Madrid, Crediti: Icon Trust |
Nel dipinto di Caravaggio realizzato tra il 1606 e il 1609 durante il suo soggiorno a Napoli, Ponzio Pilato mostra Cristo al popolo dicendo "Ecco l'uomo che volete crocifiggere". Gesù viene presentato con una corona di spine sul capo, un mantello purpureo da re sulle spalle e uno scettro di canna tra le mani.
Nella primavera del 2021 per questo dipinto era prevista una vendita presso una casa d'aste di Madrid. Fu presentato come eseguito da un artista seguace di Jusepe de Ribera, ma su segnalazione del Museo del Prado, il Ministero della Cultura ha imposto il divieto di vendita.
Vi ringrazio.
Arrivederci al prossimo articolo.
Massimo
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