VILLA ALDOBRANDINI
Villa Aldobrandini si trova nel rione Monti ed è racchiusa tra via Nazionale e via Panisperna anche se l'accesso ai giardini aperti al pubblico si trova in via Mazzarino. Per arrivare a quello che ricorda un giardino pensile con uno spettacolare affaccio panoramico su largo Magnanapoli, si deve salire su per una scalinata che passa attraverso dei ruderi dell'Antica Roma risalenti alla fine del I secolo.
La villa risale alla metà del '500, quando monsignor Giulio Vitelli acquistò una vigna con alcuni edifici a Monte Magnanapoli. La proprietà che si estendeva fino ad arrivare al Quirinale, passò nel corso dei secoli prima al figlio che la rivendette a papa Clemente VIII, il quale la donò al cardinale Pietro Aldobrandini. Quest'ultimo diede il compito all'architetto Giacomo della Porta di abbellire la proprietà. La villa fu così arricchita di fontane, sedute, vasi, statue di alberi ad alto fusto in parte ancora oggi esistenti. Il palazzo un tempo ospitava un'importante collezione di opere d'arte ma gli eredi del cardinale, le famiglie Pamphilj e Borghese la spostarono nelle Gallerie dei propri palazzi.
Per un breve periodo, tra il 1811 e il 1814 divenne la sede del governatore francese a Roma. Terminato questo periodo ritornò nelle mani degli Aldobrandini, i quali nel 1926 la cedettero allo Stato italiano perché le sue dimensioni erano state ridotte nel 1870 per la costruzione di via Nazionale a seguito all'avvento di Roma Capitale.
Il palazzo e parte dei giardini sono recintati e chiusi al pubblico e vi si accede da un portone su via Panisperna, il resto del parco è passato nelle mani del Comune di Roma.
Affaccio su largo Magnanapoli, Chiesa di santa Caterina da Siena e la Torre delle Milizie |
Villa Aldobrandini, Affaccio sul Quirinale |
Il parco di Villa Aldobrandini |
Il parco di Villa Aldobrandini |
Il parco di Villa Aldobrandini |
Villa Aldobrandini, Ingresso |
Villa Aldobrandini, Ingresso |
Villa Aldobrandini, La Villa |
Vista su Chiesa di santa Caterina da Siena e la Torre delle Milizie |
Vi ringrazio.
Arrivederci al prossimo articolo.
Massimo
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