Livello quattro
Nel 590 a Roma ci fu una grande pestilenza arrivata dall'Egitto. Anche papa Pelagio II morì nel settembre di quell'anno a causa della peste. Gli succedette papa Gregorio Magno (divenuto in seguito santo) il quale organizzò una processione suddivisa in ben sette cortei che avevano il compito di girare per le vie della città portando con sé l'immagine della Maria Salus populi romani conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore dipinta da san Luca evangelista. Giunti al ponte che collegava la città al mausoleo di Adriano, la folla avrebbe visto l'angelo Michele rinfoderare la spada, segno che la calamità era cessata, così da quel giorno in memoria dell’accaduto, il castello mutò da mausoleo di Adriano in Castel Sant'Angelo. In un primo momento in cima al castello fu costruita una cappella ma venne sostituita da vari angeli che si sono succeduti durante il secondo millennio. La prima statua era in legno, sostituita con una in marmo andata distrutta durante un assedio nel 1379. Nel 1453 un'altra statua in marmo con le ali in bronzo venne posizionata al suo posto, ma anche questa andata distrutta quarantaquattro anni dopo durante l'esplosione della polveriera colpita da un fulmine. Nel 1544 papa Paolo III incaricò Raffaello da Montelupo di scolpire una nuova che però fu sostituita da quella attuale in quanto nel frattempo, aveva subito dei danni. Quest'ultima fortunatamente è stata restaurata e ora è visibile nel Cortile dell'Angelo. La statua che invece tutti noi possiamo oggi ammirare è opera dello scultore fiammingo Peter Anton Verschaffelt, che vinse il concorso indetto da papa Benedetto XIV Lambertini in occasione del Giubileo del 1750.
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Statua dell'Angelo di Peter Anton van Verschaffelt (1752) |
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Pietro Leone Bombelli, Statua dell'arcangelo Michele (1779) |
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Scuola Fiorentina, Il miracolo dell'Angelo (sec. XVI) |
Dalla terrazza del livello quattro si scende attraverso una scalinata e si arriva in una bellissima sala tutta affrescata sia nelle pareti che nella volta e il pavimento è in marmi policromi. Si chiama Sala Paolina, salone di rappresentanza della residenza di Paolo III Farnese (1534-1549). La decorazione fu progettata tra il 1545 e il 1547 da Perin del Vaga (1501-1547) che la realizzò con vari collaboratori, come Pellegrino Tibaldi, Domenico Rietti detto lo Zaga, Marco Pino, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Livio Agresti e Giacomo Bertucci detto Giacomone da Faenza. Nella volta della sala, oltre lo stemma papale che si trova al centro, sono stati raffigurati sei episodi della vita di Alessandro Magno in altrettanti affreschi dal senese Marco Pino. Anche sulle pareti ci sono affreschi monocromi che riguardano Alessandro Magno, ma forse quello che tra gli affreschi più di tutti cattura l'attenzione è il San Michele Arcangelo che rinfodera la spada, opera di Pellegrino Tibaldi (1527-1596) eseguito nel 1545.
In fondo alla sala, sulla sinistra c'è una porta dalla quale parte il Corridoio Pompeiano, chiamato così per via della fitta decorazione a grottesche che lo riveste interamente, eseguita tra il giugno del 1545 e dicembre dell'anno seguente, prevalentemente da Perin del Vaga e Luzio Luzi.
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Sala Paolina |
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Sala Paolina |
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Sala Paolina, Pellegrino Tibaldi, San Michele arcangelo (1545) |
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La volta della Sala Paolina |
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Corridoio Pompeiano di Perin del Vaga
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Dalla Sala Paolina si passa alla Sala di Perseo che costituì lo studio di papa Paolo III Farnese. Fu decorata sul soffitto e nella parte superiore delle pareti da Perin del Vaga e dai suoi collaboratori. Il soffitto a cassettoni presenta i simboli araldici del Papa e al centro spicca la figura dipinta a rilievo dell'Arcangelo Michele. La sala ospita parte delle collezioni di dipinti e di arredi del Museo: Due tavole con Cristo benedicente e Sant'Onofrio di Carlo Crivelli, il San Girolamo di Lorenzo Lotto, la Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto di Ambrogio Zavattari e bottega, una coppia di grandi candelabri in legno dorato, la base di un tronetto e altre opere e suppellettili varie.
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Sala di Perseo |
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Tronetto (sec. XVI) |
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Ambrogio Zavattari e bottega, Madonna in trono col bambino tra i santi Giovanni Battista, Pietro, Ambrogio, Vittore, Antonio Abate e Benedetto (1444-1450) |
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Carlo Crivelli, Cristo benedicente (sec. XV) Olio su tavola, cm. 33 x 26,5 |
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Carlo Crivelli, Sant'Onofrio (sec. XV) |
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Sala di Perseo, Soffitto |
Dalla Sala di Perseo attraverso una porta si accede alla Sala di Amore e Psiche che fu la camera da letto di papa Paolo III, anche questa decorata da Perin del Vaga e aiuti tra il 1545 e il 1546. Il soffitto, a cassettoni, è ornato da grottesche su fondo oro, da rilievi con unicorni affrontati e da gigli alternati a targhe con il nome del papa e al centro il suo stemma. Anche qui sono presenti vari oggetti di arredamento come il Letto di Parata, la spinola, l'inginocchiatoio e vari dipinti sulle pareti, tra i quali il Cristo Portacroce di Paris Bordon.
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Inginocchiatoio e spinola (sec. XVI) |
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Ignoto, Letto di parata (sec. XVI) |
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Paris Bordon, Cristo portacroce (sec. XVI) |
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Sala di Amore e Psiche, Soffitto |
La visita al livello due termina uscendo dalla Sala Paolina scendendo alcuni gradini e arrivando così in una delle logge più belle e suggestive di Roma che prende il nome da papa Giulio II, il quale l'aveva concepita come luogo da cui impartire le benedizioni. Dai mandati di pagamento della Camera Apostolica viene indicato l'architetto fiorentino Giuliano da Sangallo (1445-1516) quale responsabile dei lavori. La loggia che si affaccia sul fiume Tevere, il fiume Sacro di Roma, si presenta con le volte, le lunette e i pennacchi affrescati con motivi floreali. Il parapetto in marmo bianco è sormontato da una coppia di colonne libere e da due semicolonne addossate agli stipiti. Tutto questo forma una cornice dalla quale si può vedere la Città Eterna in tutto il suo splendore.
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Giuliano da Sangallo, Loggia papa Giulio II - Castel Sant'Angelo - Roma |
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Loggia papa Giulio II |
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Loggia papa Giulio II vista dalla Sala Paolina
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Il giretto coperto, il Cortile di Alessandro VI e la Loggia di Paolo III
Sempre al livello due, mentre si è affacciati alla Loggia di Giulio II, a sinistra continua il percorso della visita con l'inizio del giretto coperto che in sostanza è un corridoio semicircolare che si affaccia verso l'esterno attraverso arcate in muratura che collega la suddetta Loggia con la Loggia di Paolo III. Fu realizzato durante il pontificato di Pio IV ed è parte della copertura della ronda sottostante fatta costruire a fine Quattrocento da Alessandro VI che collega i bastioni a nord. A metà percorso del giretto coperto quindi a ovest del Castello, si trova l'accesso mediante una piccola scala in marmo al Cortile di Alessandro VI. Al piano del calpestio ci sono molte porte che danno accesso a tante piccole stanze comunicanti a volta utilizzate per mostre. Nel piazzale si trova un pozzo ed è stata posizionata una catapulta lignea con vicino palle di pietra rinvenute negli anni Trenta del Novecento nell'Ambulacro di Bonifacio IX. A nord del piazzale c'è una scala che porta alla parte finale del giretto coperto in prossimità della Loggia di Paolo III che si apre a nord dominando l'area del Vaticano, Prati e Monte Mario. Le volte sono affrescate a grottesche su sfondo chiaro e i pennacchi raffiguranti episodi della vita di Adriano.
Usciti dalla loggia e facendo alcuni metri, si arriva alla cordonata per tornare nuovamente al Cortile dell'Angelo.
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Giretto coperto |
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Cortile di Alessandro VI |
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Loggia di Paolo III |
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La cordonata per tornare nuovamente al Cortile dell'Angelo |
Livello Bastioni
Dopo aver impegnato la cordonata dalla Loggia di Paolo III, si ritorna al Cortile dell'Angelo e da qui si ritorna indietro imboccando la Rampa diametrale e dopo essere passati di nuovo attraverso la Sala delle urne, al termine della rampa stessa si gira a sinistra e si ritorna nuovamente all'aperto sulla Ronda della cinta quadrata dove si possono visitare i Corpi di guardia e i quattro Bastioni degli Evangelisti: S. Matteo, S. Marco, S. Luca e S. Giovanni. In quello di S. Marco c'è l'accesso al Passetto di Borgo, un corridoio sopraelevato realizzato nel Medioevo, precisamente nel 1277 da Niccolò III, che collega la Basilica di San Pietro con Castel Sant'Angelo, che consentiva al pontefice di rifugiarsi qui in caso di pericolo. Molto interessante è l'Officina cinquecentesca dell'armaiolo situata al Bastione San Giovanni.
Purtroppo, dopo quest'ultimo bastione la visita volge al termine e, dopo aver impegnato una grande scalinata si va verso l'uscita con la bellissima sensazione di aver trascorso il nostro tempo attraverso la storia dall'Antica Roma fino ai nostri giorni.
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Livello Bastioni - Accesso |
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Livello Bastioni - Corpo di Guardia |
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Bastione San Matteo |
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Bastione San Marco |
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Marcia Ronda |
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Marcia Ronda |
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Bastione San Luca |
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Bastione San Giovanni |
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Bastione San Giovanni, Officina di armaiolo cinquecentesca |
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Verso l'uscita |
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Verso l'uscita |
Vi ringrazio.
Arrivederci al prossimo articolo.
Massimo
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