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Apollo di Veio (510-500 a.C.) Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia - Roma |
Ritrovata in frammenti nel 1916, la scultura in terracotta policroma rappresenta il dio Apollo, vestito con chitone e mantello, mentre incede a piedi nudi con il braccio sinistro teso in avanti e l’altro abbassato, forse a reggere l’arco. Insieme ad altre statue anche questa era destinata a decorare la sommità del tetto del tempio di Portonaccio a Veio, dedicato alla dea etrusca Menerva (Atena) e datato alla fine del VI secolo a. C. L’atteggiamento minaccioso di Apollo è, dunque, da mettere in relazione con la statua di Eracle esposta nella sala di fronte a lui e appartenente allo stesso contesto: il dio è pronto a lottare con l’eroe che ha appena catturato la cerva dalle corna d’oro, sacra a sua sorella Artemide. Le statue di Portonaccio sono state attribuite al “Maestro dell’Apollo” appartenente all’ultima generazione di scultori in argilla (coroplasti) dell’officina di Vulca, autore della famosa statua di Giove nel tempio Capitolino (580 a.C. ca) commissionata dal primo re etrusco, Tarquinio Prisco; per lo stesso tempio sul finire del VI secolo il re Tarquinio il Superbo avrebbe chiesto proprio al “Maestro dell’Apollo”, forse, ben due quadrighe come ornamento del tetto. (testo tratto dal sito ETRU)
Titolo: Apollo di Veio
Supporto: Terracotta policroma
Anno: 510 - 500 a.C.
Misure (cm.): 186 x 78
Posizione: Museo Nazionale etrusco di Villa Giulia
Località: Roma
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